Storia e comunicazione in Europa. Il ruolo del web
Progetto a cura di:
Pierre Sorlin, Università di Paris – Sorbonne Nouvelle
Luisa Cigognetti, Lorenza Servetti , Istituto Storico Parri Emilia-Romagna – Sezione Audiovisivi
Stefania Fenati, Centro Europe Direct
Daniela Asquini, Videoteca – Assemblea Legislativa
Due ostacoli importanti nel consolidamento dell’unione europea sono da un lato il misconoscimento degli altri paesi da parte dei cittadini di ogni nazione, dall’altro le reminiscenze di guerre, persecuzioni, conflitti, a volte molto vecchi, che hanno lasciato una traccia profonda nelle memorie e fanno si che ancora oggi si manifestino forti ostilità nei confronti degli altri. Le versioni semplificate e semi leggendarie del passato contribuiscono, soprattutto in un periodo di crisi economica, al rinchiudersi delle nazioni europee su sé stesse.
Queste ed altre importanti questioni erano alla base del progetto “Media e Cultura comunitaria, per una storia televisiva dell’Europa” che l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e l’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna avevano condotto con un un gruppo di ricercatori di 14 Università Europee, partendo dal modo di rappresentare la storia nelle televisioni dei paesi dell’Unione.
La ricerca “Media e cultura comunitaria. Per una storia televisiva dell’Europa”, ha consentito di ricostruire uno scenario di come i vari paesi dell’UE rappresentano la propria storia nei media e si è ricomposto un modello di comunicazione storica con indicazioni su alcune linee “guida” per una rappresentazione futura della storia EUROPEA, attraverso filoni tematici comuni. Tuttavia la televisione diffonde “dall’alto” messaggi che influiscono sul pubblico, ma possono ugualmente essere interpretati in maniere molto diverse. Per conoscere le visioni storiche che circolano tra i cittadini, disponiamo oggi di uno strumento nuovo, internet, con i messaggi che circolano quotidianamente e, particolarmente nei momenti cruciali, veicolano ricordi o leggende storici.
Il nuovo progetto è legato all’altro nel senso di partire sempre dall’analisi del modo di rappresentare la storia – ma stavolta analizzando il web come fonte di informazione e “agente” di storia
La prima fase della ricerca ha permesso di costituire un gruppo di 14 specialisti dell’Europa est e ovest. Con questa “squadra” già abituata al lavoro collettivo e con nuovi ricercatori si procederà con lo stesso metodo della ricerca precedente, ovvero lavorando in rete attraverso questionari e confronti reciproci, analizzando il ruolo del web nella rappresentazione o nella comunicazione “storica” all’interno del proprio paese, partendo dal censimento e dall’analisi dei siti storici, magari, definendoli in qualche modo. Una volta ricostruito il panorama nazionale e attuato il confronto tra i vari paesi, si ricostruirebbe un pattern europeo.
Durata del progetto: dicembre 2011- dicembre 2014
Metodologia di lavoro.
Secondo una metodologia di lavoro consolidata nel triennio di lavoro su Media e cultura comunitaria, si coinvolgeranno i ricercatori europei sulla base di un lavoro comune, ovvero basato su questionari condivisi e un costante confronto sulle piste da seguire, in modo da arrivare a risultati omogenei, all’interno di contesti nazionali diversissimi tra di loro
Si tratterà:
1) di evidenziare l’utilizzo di materiali o di tematiche storiche nei blog. Partiamo da un ipotesi: i blogger inventano poco, si servono di idee o immagini anteriori che trasformano, creando un passato fantasioso che è una nuova visione dei fenomeni storici. La verifica si farebbe: A) in occasione degli anniversari o commemorazioni nei vari paesi per valutare l’importanza dei riferimenti “storici”. B) Nei periodi di tensione tra due o più paesi dell’Unione europea di misurare l’importanza delle rievocazioni storiche per confortare il proprio punto di vista o criticare quello degli altri.
2) di reperire i siti storici. O meglio, definire che tipo di siti storici esistono sul web. Siti di “racconto” storico, siti “didattici”, siti di riviste storiche on-line. Una prima indagine sarebbe definire cosa è un sito storico e che differenze ci sono. Siti pubblici e “privati”
3) di paragonare la presentazione di tematiche storiche in siti internazionali come Wikipedia,
Per rendere più efficace la ricerca si potrebbe attuare:
1) un’analisi del confronto tra questioni identiche (esempio: la resistenza al nazismo) in siti internazionali di vari paesi,
2) definire un periodo di tempo all’interno del quale tutti i partecipanti alla ricerca conducessero la loro inchiesta sui blog nazionali (per valutare l’impatto del presente sulla rilettura del passato; per esempio si può pensare che, attualmente, si parla molto del mondo arabo e del rapporto tra l’Europa e il Mediterraneo)
3) reperire le tematiche proprie ad ogni paese.
Anche questo progetto avrà, come quello precedente, durata triennale e si svolgerà a tappe intermedie annuali, in ciascuna delle quali i ricercatori coinvolti discuteranno degli step fatti e si confronteranno in workshop, e una tappa finale sotto forma di convegno e pubblicazione. Anche in questo caso si produrranno uno o più prodotti audiovisivi in forma di dvd, visto che le fonti di cui ci si occupa sono multimediali.
Nella prima fase della ricerca, già partita, sono coinvolti ricercatori di otto paesi membri dell’Unione Europea, e precisamente: Spagna, Francia, Olanda, Grecia, Ungheria, Lituania, Polonia, Italia.