Non è cosa di poco conto ridurre il tasso di riproduzione-ripetizione nella scuola sia per l’insegnante sia per lo studente, renderli entrambi protagonisti della situazione didattica, promuovere una comune capacità di lettura e di inserzione nel presente. Se si vuole, come scrive de Certau, “introdurre lo studente come attore nella città storiografica” e renderlo “produttore di storia a storiografia” occorre un lungo lavoro di riflessione collettiva e di elaborazione di strumenti idonei. 

Raffella Lamberti

Nel momento in cui le sezioni didattiche di CEDOST, ISREBO e Parri e il LANDIS confluiscono in un’unica struttura, sono ancora attuali alcune delle parole che, alla fine degli anni Settanta, avviarono il dibattito sul senso che l’insegnamento della storia dovrebbe assumere nella scuola. Parole forse lontane, ma mai superate.

L’obiettivo da raggiungere è ancora lo stesso e si conferma tale nelle classi quotidianamente, ogniqualvolta si manifesta l’urgenza di pensare il superamento delle tradizionali procedure (ancora ampiamente diffuse e basate sulla triade spiegazione/memorizzazione/ripetizione) per privilegaire una didattica del laboratorio

Per questo la nostra offerta formativa non contempla la presenza di ricette preconfezionate da accettare incondizionatamente o rigettare. La nostra volontà è proporre attività da discutere con i docenti per calibrarle secondo le differenti necessità delle classi, nella convinzione della centralità dell’insegnante per la progettazione didattica.