NOTIZIE SUL MONASTERO DI S. MATTIA SEDE DELL’ISTITUTO PER LA STORIA E LE MEMORIE DEL NOVECENTO PARRI E-R

 

Le origini

Non esistono documenti sulla nascita del titolo di S. Mattia, come dichiara Serafino Calindri nel suo Racconto storico della Immagine di Maria detta di S.Luca (in Bologna 1787), ma sicuramente essa precede l’edificazione dell’omonimo monastero, poiché nel 1259 per pubblica risoluzione consiliare “fu stabilito che fossero date dal pubblico Erario alle monache di S. Mattia nel Borgo delle Muratelle cinquanta lire, e cinquanta Corbe di Grano” (Calindri pag. 14).

In ogni caso da allora in poi il titolo non viene più abbandonato, anzi ne aumenta la ricchezza e cresce il numero delle monache.

In seguito al prosperare del Monastero del Monte della Guardia nel 1290 le monache ottengono di potere edificare fuori Porta Saragozza (dove sorge l’attuale chiesa di S. Giuseppe) un nuovo monastero intitolato a S. Mattia, del quale pose la prima pietra il Vescovo di Cervia il 26 agosto 1291.

Questo nuovo Monastero ha vita breve, poichè sarà distrutto durante le guerre del 1357. Parte delle monache ritorna al Monastero del Monte della Guardia, le rimanenti, mantenendo il titolare di S. Mattia, si ritirano in alcune case di loro proprietà di fronte alla parrocchia di S. Isaia (Arch. di S. Matt. Mem. ms.).

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La disputa vittoriosa con il Parroco di S. Isaia

Il parroco di S. Isaia non voleva che le Monache “ponesser su’ campana nè campanino; e ad esse intimò lite formale per aver fatto porre una Campanella in un piccolo Campaniletto fatto ivi erigere, sperando riuscirne vittorioso” (Prospetto storico dell’immagine di Maria Vergine, Bologna, stamperia Colomba, 1800).

La cosa volge invece a favore delle Monache, tanto che il 16 marzo 1376 possono iniziare la costruzione del Monastero di S. Mattia, destinato a prosperare nel tempo e ad ospitare numerose Monache ed educande fino al 1799.                                              

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La proficua collaborazione con il Monte della Guardia

La famiglia delle Monache è ora divisa in due famiglie che risiedono in posti separati, ma sono unite per vincolo di regola, di ubbidienza e di carità. Sono governate da un’unica Superiora che ha la residenza in S. Mattia, mentre il Monte della Guardia è governato da una Vicaria.

Ogni due anni la Vicaria con nove suore di S. Mattia sale al monte e le nove del monte ritornano a S. Mattia.

Il sodalizio si rivela vantaggioso per entrambi i Monasteri (al monte e al piano). Dal Monte si provvede al piano per quanto riguarda i mezzi di sussistenza, in caso di pericolo per l’una o l’altra famiglia le Monache trovano rifugio presso le consorelle. Un esempio per tutti: nel XVI secolo la famiglia del Monte trova rifugio dalle squadre del Borbone presso il Monastero di S. Mattia, dove mette al sicuro anche la preziosa immagine della Vergine di S. Luca.

Quando cessa il pericolo le suore risalgono al monte con la sacra immagine e per più di tre secoli vengono assistite dal Monastero di S. Mattia che si guadagna la riconoscenza della città di Bologna, notoriamente molto legata all’immagine.

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Come nasce tanta solidarietà: Suor Balena e Suor Villana

Fin dal 6 agosto 1249 il Cardinale Ottaviano Ubaldini, accertata la rinuncia del Priore Alfredo al priorato del Monte della Guardia, ne concede “tutte le ragioni, i privilegi e le pertinenze” (Serafino Calindri, Racconto storico della Immagine di Maria detta di S. Luca) ad un gruppo di monache provenienti dal Monastero della Trinità di Ronzano. Le monache mantengono inizialmente la rigorosa osservanza della regola di S. Agostino, che abbandoneranno nel 1278 per assumere definitivamente quella di S. Domenico su disposizione del Cardinale Fra Latino.

Del gruppo fanno parte Suor Balena, che guida con perizia il Monastero del Monte della Guardia e Suor Villana, alla guida del Monastero al piano che, prima della distruzione avvenuta nel 1357, aveva raggiunto una grande prosperità.

Di qui la intensa collaborazione “…e come si formò questa novella famiglia, e come le due famiglie quantunque separate da distinto convento, una sola formassero ben ordinata famiglia.” (Da Michelangelo Gavazzi, Cronistoria della Beata Vergine di S. Luca 1881).

Ulteriore testimonianza di quanto detto ritroviamo in Prospetto storico dell’Immagine di Maria Vergine, Bologna, Nella Stamperia della Colomba, 1800.

“Premurosa ed attiva sempre Suor Balena pel bene del suo Monistero supplicò ed ottenne dal medesimo Alessandro IV con suo Breve in data de’ 30 Gennaro 1257 la conferma di quanto ad essa, e sue compagne conceduto avea il Cardinale Ubaldini; e tale era la divozione della città verso quel Santuario sin da que’ tempi, che per pubblica Risoluzione Consiliaria fu con una Rubrica Statutaria ordinato, che fra le cose da giurarsi dal Podestà vi fosse ancora quella di far dare ogni anno per riverenza della SS. Vergine cinquanta Corbe di grano alle suddette Monache. Ottenne altresì Suor Balena l’anno 1258 dal detto Pontefice con suo Breve in data de’ 28 Gennaro la conferma di tutti i privilegi, esenzioni ecc. ottenute per questo sacro ritiro da’ Sommi Pontefici Celestino III, Innocenzo III, Onorio III, e Gregorio IX, esentando di più questa Chiesa dalla giurisdizione del Vescovo.”

Risulta spontaneo l’accostamento delle figure di Suor Balena e Suor Villana a quella di Angelica, una delle prime “eremitesse”, che guidò il Monte della Guardia con intraprendenza e decisione assai rare per donne dell’epoca: per ben sette volte infatti essa si recò a Roma per perorare presso il Pontefice la causa della Chiesa del Monte della Guardia, come risulta dall’archivio delle RR Madri di S. Mattia.

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Riprende la storia di S. Mattia

Ancora da Prospetto storico dell’Immagine di Maria Vergine dipinta dall’Evangelista S. Luca ricaviamo le seguenti notizie :

“Per varie occorse vicende, e per cagione delle guerre frequenti in que’ secoli sanguinarj toccò al Monastero del Monte della Guardia a decadere di numero, e di entrate, e qualunque ne fosse la cagione, o l’epoca, dall’immediata dipendenza alla S. Sede, era tornato sotto la giurisdizione Vescovile. All’incontro il Monistero di S. Mattia in Città era sempre più andato crescendo in numero di Monache, e di averi. Le quali cose rappresentate ad Eugenio IV, l’indussero nell’anno 1438 con suo Breve spedito da Firenze il 3 marzo ad assoggettare immediatamente il Monistero del Monte della Guardia a quello di S. Mattia .”

Non cessa però la cura scrupolosa del Santuario che viene assunta a turno dalle Monache di S. Mattia .

Nonostante il loro zelo, nel 1601 sono oggetto di un intrigo con il quale si tenta di allontanarle dalla cura del Santuario e di farle ricongiungere in perpetuo alle Monache di S. Mattia al piano. Ma, per intervento del Senato che apprezzava il fervore delle monache, Clemente VIII nel 1602 revoca l’ordine in precedenza impartito.

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L’ospitalità di S. Mattia durante le processioni della Madonna di S. Luca a Bologna

Agli inizi del ‘300 si comincia a portare la Sacra Immagine della Madonna di S. Luca in processione a Bologna per invocare la protezione da varie calamità: in queste occasioni la Immagine viene accuratamente custodita nel convento di S. Mattia. In seguito verranno impartite indulgenze a tutti i luoghi visitati dalla Madonna di S. Luca.

“…ricordandosi che a chi visita questa santa Immagine hanno i Sommi Pontefici largamente dispensato tante indulgenze, in particolare Giulio Secondo di tal nome, che trovandosi nella città di Bologna, condotto alla Chiesa di S. Mattia, concesse Indulgenza Plenaria a qe’ luoghi tutti visitati, ove la sagratissima Immagine della Madonna di S. Luca si posava, come nel fine della sua Cronichetta ne fa fede l’Alberti”.(Domenico Boldrini,Compendio Istorico della Sagra Immagine di Maria Vergine, 1729).

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Le prime processioni

La prima Processione risale al 1301, la seconda al 1365. A partire dal 1433 i Rappresentanti la Nazione stabiliscono che la Sacra Immagine venga portata ogni anno in città per le Rogazioni.

In quel periodo le sventure di Bologna sono al colmo per le continue guerre a cui si aggiungono nei mesi di aprile, maggio e giugno dell’anno suddetto “…piogge incessanti, grandini e spessi fulmini che cadevano sulla città, spaventavano, impedivano i raccolti, maceravano le biade……” (da Pietro Balan, Il Santuario di S. Maria della Guardia, 1890).

Graziolo Accarisi, uno degli Anziani di quel periodo, propone di seguire l’esempio dei Fiorentini che nelle grandi calamità portavano in Processione la Madonna dell’Impruneta ed esorta gli Anziani a fare altrettanto con la immagine della Vergine di S. Luca.

La proposta viene accettata e, narra Pietro Balan, non appena l’immagine giunge a Porta Saragozza, cessa la pioggia ed il cielo si rasserena. Da allora in poi la devozione dei Bolognesi per la sacra immagine cresce più che mai.

Quando scende dal Monte della Guardia la Madonna viene ospitata presso il Monastero di S. Mattia, dove le Monache la ornano di preziosi gioielli e la espongono al culto fino al lunedì mattina; terminate le processioni, il mercoledì pomeriggio viene ricondotta in S. Mattia, da dove riparte alla volta del Monte della Guardia il giovedì.

La tradizione si perpetua attraverso i secoli tanto che nel 1799 in occasione di ripetuti terremoti i Bolognesi fanno scendere in città la Sacra Immagine da cui si sentono particolarmente protetti.

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La chiesa di S.Mattia

Il 12 marzo 1533 le Monache di S. Mattia acquistano dai padri di S. Francesco per 2157 lire una pezza ortiva che, a partire dalla via S. Isaia, si estendeva fino alla via Ca’ Selvatica. Su quel terreno costruiscono la chiesa, anch’essa dedicata a S. Mattia.

Il portico della chiesa viene arretrato rispetto ai confini della proprietà, in modo che risulti allineato con quello del Monastero: di conseguenza viene anche raddrizzata la strada S. Isaia.

La Chiesa ed il portico attuali, iniziati dal Terribilia nel 1575, vengono terminati nel 1580-84 da Pietro Fiorini. Il chiostro, da cui si può vedere il campanile del 1594 ben conservato, è parzialmente databile al XV secolo. Completamente rinnovata all’interno verso la metà del Settecento ad opera del “quadraturista” Pietro Scandellari, la Chiesa subisce in quell’occasione solo modeste modifiche dal punto di vista architettonico.

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Gli espropri napoleonici

Nel 1799, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi operata dal governo napoleonico, la chiesa viene isolata dal convento, sconsacrata e ridotta a magazzino militare.

Il recente restauro a cura del Ministero dei beni culturali ha messo in luce quanto resta di stucchi ed affreschi, mentre il recupero dell’immagine esterna ha contribuito alla riqualificazione della centrale via S. Isaia.

La chiesa di S. Mattia, attualmente di proprietà demaniale, è oggi sede di esposizioni e convegni.

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Le vicende più recenti del complesso di S. Mattia

Le informazioni che seguono sono ricavate dalla presentazione da parte di Raffaella Bruni della mostra di Severino Maccaferri: 1960 ” Fatti e misfatti, allestita nel suddetto complesso.

Tale complesso ha attraversato la storia della città e, ” dopo la acquisizione all’edilizia civile, è stato oggetto di numerosi passaggi di proprietà e cambi di destinazione d’uso aggressivi e radicali.

Subito dopo gli espropri napoleonici l’edificio, acquisito dal ‘cittadino’ Vincenzo Galli, fu trasformato in abitazioni. Nel 1826, date le precarie condizioni, fu svenduto a Pietro Audinot, commerciante di canape, e, al fallimento di quest’ultimo, al banchiere Giuseppe Insom.

Di mano in mano, di trasformazione in trasformazione, nel 1920 – era assessore Longhena- fu venduto al Comune di Bologna, che già lo utilizzava, da tempo, come scuola.

Il complesso ospitava le Scuole Manzolini – praticamente negli stessi locali in cui si trovano oggi ” e la scuola di Avviamento Agrario Certani.

La scuola Certani era collocata nell’ala ovest del chiostro; si entrava dalla scala che ora conduce al Museo della Resistenza e le aule, variamente distribuite, occupavano il primo piano della manica di ponente, dove ora l’Amministrazione Comunale ha collocato gli uffici dell’Istituto Parri e le Sale Museali.

All’inizio degli anni ’30 il Direttore delle Certani adocchiò la sala al piano terra (…) per trasformarla in palestra. Ma al Presidente dell’Opera Nazionale Balilla quella palestra non piaceva: il locale era troppo piccolo per ospitare gli esercizi ginnici delle piccole italiane, e per di più ingombrato da un pilastro centrale di sezione 60 x 60cm che sarebbe stato necessario abbattere ricostruendo il solaio sovrastante con travi di ferro adeguate.

In alternativa, la stessa sorte poteva toccare all’altra grande sala posta subito a sud della prima.

Per fortuna, in questo caso, trionfò il desiderio di grandezza e l’occhio dei progettisti e i picconi dei muratori si orientarono verso l’area inedificata fuori dal convento verso via Ca’ Selvatica, “impegnata con piantagione di bulbi a fioritura primaverile” dall’affittuario – fiorista Cavaliere Alessandro Romanò.

E così le due grandi sale e il sovrastante primo piano sono arrivati, com’erano, fino a noi e possono ” e potranno ” ospitare belle e importanti attività museali e iniziative culturali(…)”.

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CRONOLOGIA
degli eventi sopra ricordati e di eventi significativi relativi al Monastero del Monte della Guardia

 

  • 1193 Angelica si reca a Roma dove Celestino III le affida una pietra da lui benedetta da portare a Bologna: il Vescovo Gerardo II la poserà sul Monte della Guardia come fondamenta della nuova Chiesa.
  • 1194 (25 maggio) Superati alcuni ritardi si procede alla posa della prima pietra.<
  • 1196 Insorgono dispute tra Angelica e i canonici Renani.
  • 1197 (20 novembre) Il Pontefice decreta che la nuova Chiesa e le monache vengano sottratte alla giurisdizione del Vescovo e dei Canonici Renani e siano soggette solo alla Santa Sede.
  • 1199 (28 gennaio) Innocenzo III conferma le disposizioni del predecessore.
  • 1206 (ottobre) Muore il padre di Angelica. La madre Bologna insieme a numerosi devoti fa donazioni contribuendo a fare prosperare la Chiesa.
  • …. Tra il 1242 ed il 1249 muore in età avanzata Angelica, dopo essersi recata per ben sette volte a Roma per perorare la causa della Chiesa del Monte della Guardia, come si evince dall’archivio delle RR. Madri si S. Mattia.
  • 1249 (6 agosto) Il Cardinale Ottaviano Ubaldini, accertata la rinuncia del Priore Alfredo al priorato del Monte della Guardia, ne concede “tutte le ragioni, i privilegi e le pertinenze” a Suor Balena, Suor Dona, e Suor Marina, trasformandolo in Monastero di clausura sotto la regola di S. Agostino.>
  • 1259 Compare per la prima volta il titolo di Monache di S. Mattia in documenti in cui si stabilisce l’entità delle donazioni da fare alle suddette monache.
  • 1271 (14 maggio) Gregorio X rimette al Priore di S. Barbaziano la facoltà di dirimere la lite di nuovo sorta tra i Canonici Renani e le Monache di S. Mattia sul diritto alla Canonica del Monte della Guardia.
  • 1278 (15 ottobre) Il Cardinale Fra Latino ordina alle Monache di lasciare la regola di S. Agostino ed assumere quella di S. Domenico.
  • 1291 In seguito al prosperare del Monastero del Monte della Guardia le Monache ottengono di potere edificare fuori Porta Saragozza ( dove sorge l’attuale chiesa di S. Giuseppe) un nuovo Monastero intitolato a S. Mattia. viene ordinato al vescovo di Cervia ” che si porti in Bologna a porre la prima pietra ne’ fondamenti della loro Chiesa”. (Arch. S. Mattia lib. F.).
  • 1357 Durante una delle innumerevoli guerre viene distrutto il monastero suddetto e le monache in parte ritornano al Monte della Guardia, in parte, mantenendo il “titolare ” di S. Mattia, si ritirano in alcune case di loro pertinenza situate di fronte alla parrocchia di S. Isaia.
  • 1376 Vinta la disputa con il parroco di S. Isaia che non voleva che costruissero ” nè campana nè campanino “, danno inizio alla costruzione del Monastero di S.Mattia dove dimoreranno parecchie religiose dell’ordine di S. Domenico ed educande.
  • 1438 (3 marzo) Eugenio IV, poichè il Monastero di S. Mattia nel corso degli anni è divenuto sempre più prospero, contrariamente a quello del Monte della Guardia, ordina che quest’ultimo gli sia assoggettato.
  • 1575 Hanno inizio ad opera del Terribilia i lavori per la costruzione della Chiesa di S. Mattia e del portico attuali.
  • 1580 Pietro Fiorini porta a termine i lavori.
  • 1594 Termina la costruzione dell’attuale campanile
  • 1601 In seguito alle pressioni di religiosi di parecchi ordini, Clemente VIII dispone che il Monastero del Monte della Guardia venga tolto alle Monache che ne hanno avuto cura per oltre 400 anni e che le stesse si riuniscano alle Monache di S. Mattia.
  • 1602 Per l’interessamento di persone influenti della città di Bologna Clemente VIII revoca il precedente ordine
  • 1603 (4 maggio) Monsignor Paleotti, in un palco posto in via S. Felice, a pochi passi dal Ponte di Reno presso i Padri del Terz’Ordine detti della Carità, incorona la Santa Immagine di S. Luca con una corona d’oro del valore di 7500 lire bolognesi, ossia scudi romani 1500.
  • 1799 Per ordine di Napoleone la Comunità viene soppressa, le Monache sono disperse presso diversi Istituti, il complesso conventuale viene chiuso e posto in vendita.
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BIBLIOGRAFIA

Leandro Alberti, Cronichetta della gloriosa Madonna di S. Luca del Monte della Guardia di Bologna, et de’ duoi miracoli dal suo principio insino all’anno MDLXXVII, et dell’origine del Convento delle Monache di S. Mattia…et accresciuta da un R. Religioso, Venetia, Domenico e Giovanni Battista Guerra, 1579.

Balan Pietro, Il santuario di S. Maria della Guardia presso Bologna. Cenni storici, Bologna, presso la libreria arcivescovile, 1890.

Benedetto XIV, papa, Sopra la prodigiosa immagine della Beata Vergine di San Luca che si venera nel Monte della Guardia presso Bologna e specialmente sopra la traslazione di essa dal suo santuario alla città per le Rogazioni minori, Bologna, Istituto Tipografico, 1870.

Boldrini Domenico Maria,Compendio istorico della sagra immagine di Maria Vergine dipinta dall’evangelista S. Luca, Bologna, A. S. Tommaso d’ Aquino, 1729.

Serafino Calindri,Racconto storico della immagine di Maria detta di S. Luca consevata nel Monte della Guardia e del grandioso tempio, magnifico portico, pitture, sculture,etc. Estratto dai più sicuri autentici documenti, da lapidi, da stemmi, da antichi valutabili manoscritti, e purgato da volgari errori corsi sin qui tra il popolo, Bologna, Stamperia di S. Tommaso d’Aquino, 1787.

Giambattista Casoni,La Madonna di S. Luca. Scene storiche, Bologna, Direzione delle picc. Lett. Catt., 1863.

Michelangelo Gavazzi, Cronistoria dei fasti e degli avvenimenti relativi all’antica prodigiosa immagine della Beata Vergine detta la Madonna di San Luca che si venera nel Santuario al Monte della Guardia presso Bologna, Bologna, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1881.

Diodata Malvasia,La venuta et i progressi della S.ma Madonna dipinta da S. Luca posta sul Monte della Guardia dall’anno che ci venne 1160 sin all’anno 1617 dalla…Suor Diodata Malvasia … raccolti e distesi ” Bologna, Eredi di Giovanni Rossi, 1617.

Paolo Mattioli,Guida storica pei divoti della Madonna di San Luca, Bologna, Società Tipografica già Compositori, 1894.

Prospetto storicodell’immagine di Maria Vergine dipinta dall’evangelista San Luca…dato in luce da un religioso divotissimo di Maria Vergine, Bologna, nella Stamperia della Colomba, 1800.

Raffaela Bruni, S. Mattia: dalla presentazione della mostra di Severino Maccaferri “1960” Fatti e misfatti”, Bologna, 2006.

Maurizio Cerulli, Parla Maddalena Ragni Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, intervista rilasciata a www.culturalweb.it, 2005.

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