7-19 novembre 2024
Con questa mostra inizia ufficialmente il percorso che l’Istituto dedica all’Ottantesimo della Liberazione. Aprile è ancora lontanissimo, per Bologna inizia la fase peggiore: la guerra è entrata in città. Con tutta la sua ferocia.
La mostra è allestita su sei pannelli nei quali sono riprodotte tredici immagini fotografiche tratte dal “Fondo Luigi Arbizzani”, dal “Fondo Filippo D’Ajutolo” e dai “Bollettini del Comando unico militare Emilia-Romagna (CUMER)”, tutti documenti conservati presso l’Archivio dell’Istituto Storico Parri di Bologna.
L’allestimento è diviso in due sezioni. Nella prima si restituisce brevemente il contesto degli ultimi mesi di occupazione. La città brulica di sfollati, ha subito gravi distruzioni per i bombardamenti alleati ed è affamata.
Nella seconda sezione osserviamo i retroscena della battaglia. Guardiamo i volti e i corpi dei nemici di allora, le strade piene di macerie, le armi che hanno appena sparato. La guerra è in città, fra le vie nelle quali tuttora camminiamo e che non fatichiamo a riconoscere.
Immagini nelle quali calarsi, con tutto il carico di suggestioni e di risonanze, non solo di quella guerra lontana.
Una installazione audiovisiva completa e accompagna l’allestimento e aiuta a perdersi, a sostare, a orientare lo sguardo nella ricerca di rimandi possibili che ciascuno potrà cogliere secondo le proprie sensibilità.
La mostra fa parte del Festival “E-venti di guerra, esperienze di pace” della Rete degli Archivi del Presente.
Un ringraziamento particolare va a Martino Corrias per la musica tratta da “Petter – Prigioniero politico“, lavoro teatrale che ha vinto il primo premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria (edizione 2024), per la regia di Simone Azzu.
17 aprile – 4 maggio 2015
La storia del viaggio di un soldato americano che combatteva con pennelli e macchina fotografica: la vera arma con cui Edward Reep combattè durante la Seconda Guerra Mondiale fu proprio l’attrezzatura per il disegno e la pittura.
In occasione del 70° anniversario della Liberazione l’Istituto Parri E-R presenta la mostra fotografica Framing Edward Reep – Un artista di guerra sulla via di Bologna 1944-1945, conclusione del progetto di ricerca incentrato sulla figura del pittore di guerra americano Edward Reep iniziato qualche anno fa. Le immagini fotografiche che Reep scattò durante la campagna militare italiana, frutto di un recente ritrovamento e finora assolutamente inedite, verranno esposte nella doppia sede di Palazzo d’Accursio e dell’Istituto Parri. Oltre agli scatti fotografici saranno mostrate le riproduzioni dei bozzetti e degli acquerelli custoditi allo Smithsonian Museum di Washington.
Sbarcato ad Anzio nel gennaio del 1944 con le truppe americane, Reep, inquadrato nell’esercito come pittore di guerra, era un giovane americano di 26 anni sinceramente antifascista, ma estraneo alle armi, alla vita di caserma e alla politica. La sua parabola militare è vissuta con ingenuità e candore, con uno sguardo curioso sulla quotidianità della vita militare. Suo preciso dovere era quello di riprendere e catturare immagini della guerra americana durante la liberazione della Penisola dal nazi-fascismo, dovere che sentì di vitale importanza e che eseguì con esemplare disciplina. E’ toccante sentire le sue parole in presa diretta: Reep è sempre alla ricerca di soggetti da dipingere e quando trova la giusta inquadratura è capace di starsene seduto a disegnare, con commovente dedizione, in mezzo alla neve e sotto alle bombe per ore e ore fino alla conclusione del quadro. Lungo la strada verso il Nord Italia Edward Reep si procurò anche una vecchia macchina fotografica con cui immortalò la quotidianità della vita militare sulla Linea Gotica e la Liberazione di Bologna. Ne risulta un’opera di documentazione di grande rilevanza e freschezza. Dopo settant’anni sembrava difficile poter raccontare quegli eventi con nuove immagini e con nuovi ‘punti di vista’: la scoperta del lavoro documentario di Edward Reep è un nuovo e diverso sguardo su quelle vicende, che arricchisce il lavoro storiografico e porta ulteriori importanti informazioni sulla storia della Liberazione di Bologna.
La mostra inaugurata Venerdì 17 Aprile è allestita in due sedi distinte.
Nella sede dell’Istituto Parri trovano sistemazione le fotografie realizzate durante il viaggio del soldato americano al seguito della 5° Armata dall’Appennino alla città e i disegni frutto di quell’esperienza. Organizzati come se fosse un foto-diario gli scatti sono accompagnati dalle pagine del diario personale del soldato e ci offrono la possibilità di ripercorrere insieme a Reep le tappe salienti del suo viaggio: il pittore si trova a Ponte Buggianese (Pistoia) nel luglio del 1944 e da lì si reca, al seguito della 5° Armata, verso il cuore dell’Appennino. Tra il novembre e il dicembre del 1944 è in prima linea a cavallo della Linea Gotica, nei pressi di Livergnano, poi, nel gennaio del 1945 a Loiano. Tra marzo e aprile le conquiste americane si spingono in profondità verso la Valle dell’Idice e l’eccitazione per l’imminete vittoria incomincia a diffondersi tra le truppe. Il 16 aprile viene liberata Vergato e, da lì, parte la rapida discesa verso Bologna dove gli alleati arriveranno a liberare la città il 21 aprile.
All’interno del cortile di Palazzo d’Accursio sono esposte le fotografie scattate da Reep nei giorni della Liberazione di Bologna, tra il 21 e il 28 Aprile del 1945. Sullo sfondo di una città martoriata, le immagini ci riportano alla concitazione di quei giorni, mostrandoci le manovre militari, i festeggiamenti, le celebrazioni pubbliche e la nascita spontanea del Sacrario dedicato ai caduti della Resistenza, sulla facciata dell’attuale Sala Borsa.
Sono esposti complessivamente un centinaio di scatti fotografici (40 foto relative al percorso degli alleati dall’Appennino a Bologna e 58 scatti di Bologna nei giorni della Liberazione) e una ventina di riproduzioni di bozzetti e acquerelli. Nei giorni dell’esposizione sarà possibile rivedere la video-intervista realizzata dalla figlia Susan al padre nel 2012 (a pochi mesi dalla sua scomparsa), proiettata due anni fa presso la Cineteca di Bologna.
Ufficio Stampa: Matteo Pasini – E-mail: matt.pasini@gmail.com