La decade 1983-1993 chiude quello che lo storico inglese Eric Hobsbawm definisce il secolo breve. La guerra fredda giunge alla sua parabola finale: nell’Unione Sovietica, bloccata nella guerra in Afghanistan iniziata nel 1979 – un conflitto che verrà ricordato come il Vietnam sovietico – sono ormai in atto due importanti riforme, la glasnost (trasparenza) e la perestrojka (nuovo corso), volute dal nuovo leader Michail Gorbačëv e che misero in crisi l’intero blocco sovietico fino a decretarne la fine in un lungo processo iniziato con il crollo del muro di Berlino nel 1989 e terminato con la dissoluzione dell’URSS nel 1991.
È la vittoria del capitalismo, che entra quindi nella sua fase più avanzata. Gli anni ‘80 sono infatti una decade caratterizzata da un forte consumismo e una distensione politica, in favore di una vita votata alla leggerezza e alla felicità individuale, promossa per lo più dalle nuove tv commerciali, che proprio in questo decennio riescono a consolidarsi. Finisce infatti il monopolio delle trasmissioni via etere da parte della Rai. Protagonista di questo cambiamento epocale un imprenditore milanese che avrà una grande influenza anche nella politica italiana: Silvio Berlusconi.

È anche vero che la rivalsa capitalista si manifesta, soprattutto attraverso le nuove reti televisive, in periodo di consumismo sfrenato, sulla linea di quella felicità individuale e materiale che tante pubblicità promuovono. Acquistare tanti beni usa e getta implica, per forza di cose, che si creino più rifiuti e che quindi a risentirne sia l’ambiente: in risposta a tale problematica nasce quindi un movimento ambientalista attivo ancora oggi, attento alle problematiche dell’inquinamento e del cambiamento climatico. La maggiore attenzione all’ecologismo è dovuta anche ad alcuni disastri umani che hanno caratterizzato il dopoguerra, e due in particolare negli anni ‘80: il disastro di Bophal, in India, nel 1984 (quasi 3800 morti la notte dell’incidente e decine di migliaia di vittime negli anni a seguire per le conseguenze) e il disastro nucleare di Černobyl’, in Ucraina, nel 1986 (65 i morti accertati, circa 4000 quelli stimati negli anni a seguire; oltre 116 mila sfollati a causa delle radiazioni che ancora oggi infestano l’area).

In effetti il mondo occidentale capitalista sembra passare un periodo di prosperità, anche se a costi non indifferenti: la recessione iniziata nel decennio precedente porta i governi verso politiche ferocemente neoliberiste, in particolare nel Regno Unito con Margaret Thatcher e negli Stati Uniti con Ronald Reagan. Thatcherismo e Reaganomics, come vengono definite le due correnti, impongono una privatizzazione delle aziende statali, un mercato libero più flessibile e una riduzione delle attività sindacali. Tali politiche sono ancora oggi motivo di controversia, e all’epoca ricevono una forte contestazione dalle fasce basse della popolazione che venivano maggiormente colpite dalle riforme. Margaret Thatcher, in particolare, raccoglie particolare dissenso nell’Irlanda del Nord, a causa della militarizzazione in risposta agli attentati dell’IRA, e dai minatori, i cui scioperi nel 1984 e nel 1985 vengono repressi molto duramente. 

Anche in italia la situazione è tesa: negli anni ‘80 si consumano ancora gli strascichi degli anni di piombo, con la strage del Rapido 904 del 1984 che costa la vita a 16 persone. Questa è l’ultima strage riconosciuta e considerata parte della strategia della tensione, ma non fu l’ultima strage in generale. Una nuova ondata di terrore, altrettanto violento, colpisce il paese all’inizio del decennio successivo: si tratta delle stragi di mafia, che tra il 1992 e il 1993 colpiscono numerosi membri delle forze dell’ordine e della magistratura (tra cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), oltre a tanti civili. Oltre all’omicidio dei due giudici e della loro scorta, infatti, i mafiosi colpiscono anche obiettivi culturali, come l’Accademia dei Georgofili a Firenze tra il 26 e il 27 maggio 1993 (5 vittime e diverse opere d’arte distrutte) e due chiese storiche a Roma, il 28 luglio dello stesso anno.

Le bombe chiudono il decennio anche in Medio Oriente. Il 2 agosto 1990 scoppia la Guerra del Golfo, in seguito all’invasione irachena del Kuwait, un piccolo stato arabo ricco di pozzi petroliferi: in risposta, una coalizione di 35 stati sotto l’egida dell’ONU e sotto la guida degli Stati Uniti lancia un pesante attacco contro il regime di Saddam Hussein. Per la prima volta una guerra viene trasmessa e comunicata dai media in tutto il mondo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di prima guerra del villaggio globale: sono ancora noti i filmati dei primi bombardamenti durante l’operazione Desert Storm


Nel frattempo, al Parri…

In questi anni comincia una nuova e importante avventura, quella del LANDIS – Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia, che viene fondato nel 1983 in via congiunta dall’Istituto Parri e dell’INSMLI (istituto nazionale storia del movimento di liberazione italiano)ad opera di alcuni dei più importanti esperti di didattica della storia italiani: Raffaella Lamberti, Scipione Guarracino, Aurora Del Monaco, Maurizio Gusso, Nadia Baiesi e molti altri.
Il LANDIS fonda la sua attività sui valori ispiratori della Costituzione repubblicana, in particolare sugli ideali di antifascismo, democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale, e delle Carte internazionali dei diritti; opera negli ambiti tematici e metodologici della formazione e della ricerca storico-sociale con particolare riferimento alla didattica.
Per l’attenzione che intende porre al rapporto tra passato e presente, il LANDIS agisce, nel confronto con le esperienze europee, nell’ambito dei progetti di educazione alla cittadinanza, allo sviluppo, alla convivenza multiculturale,  alla risoluzione non violenta dei conflitti, alle pari opportunità e alla valorizzazione delle differenze, prima tra tutte quella di genere.

Bibliografia

Millefiorini Andrea, La partecipazione politica in Italia. Impegno politico e azione collettiva negli anni Ottanta e Novanta, Carocci, Roma 2002

Lupo Salvatore, Storia della mafia, dall’origine ai giorni nostri, Donzelli, Roma 2004

Gianluca Falanga, Non si può dividere il cielo: storie dal muro di Berlino, Carocci, Roma 2009

Filmografia

Philadelphia, Jonathan Demme, 1993

Good bye, Lenin!, Wolfgang Becker, 2003

Jarhead, Sam Mendes, 2005

Hunger, Steve McQueen, 2008

Billy Elliot, Stephen Daldry, 2008

La mafia uccide solo d’estate, Pif, 2013

Pride, Matthew Warchus, 2014