LINO MICHELINI WILLIAM

L'istituto per la storia e le memorie del '900 Parri Emilia-Romagna ricorda Lino Michelini William

 


Audiovisual section's Staff

Audiovisual section Head: Luisa Cigognetti, tel. +39.0513397255 - luisa.cigognetti@istitutoparri.it

fax: +39.0513397272


Cinema e Storia

Il progetto “Cinema e storia” è nato nel 2003 dalla collaborazione tra istituzioni diverse: la Facoltà di Scienze della Formazione e il Corso di Laurea DAMS dell’Università di Bologna, la Videoteca dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e l’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna.

 

Rappresenta un esperimento didattico sull’utilizzo del cinema come documento storico

 

Si rivolge a studenti universitari che studiano la storia contemporanea, cinema, discipline della formazione. Il nostro intento è duplice: sperimentare un uso del film come fonte storica: ovvero analizzare il testo cinematografico partendo da un contesto storiografico, cercando di unire le competenze dello storico e quelle dello studioso di cinema per approfondire ciò che un documento filmico può dirci di sé e dell’epoca in cui è stato prodotto; e verificare come il cinema sia anche (e lo sia stato in particolare negli anni cruciali del secondo dopoguerra, della ricostruzione, dell’edificazione della democrazia) uno strumento più o meno esplicito della ”invenzione” e diffusione di nuovi modelli di cittadinanza. (Responsabili didattici: Luisa Cigognetti, Paolo Noto, Alberto Preti)

 

 

Frequentano annualmente il Seminario studenti che alla fine del corso e dei workshop producono lavori scritti o multimediali che vengono pubblicati, ogni anno, in un volumetto edito dalla Videoteca dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna

 
Pubblicazioni:
 

2003-2004 Giorni di gloria

2004-2005 Paisà

2005-2006 L’onorevole Angelina

2006-2007 Don Camillo e Peppone

2007-2008 Il Cammino della Speranza

2008-2009 Poveri ma belli

2009-2010 Il sorpasso

2010-2011 Contestazione Generale

2011-2012 Ecce Bombo

2012-2013 Cosa resterà di quegli anni '80?

2013-2014 Il portaborse. Cittadini e Cinema di fine millenno. Il cinema degli anni '90

 

 
 

 

Intervista realizzata all'interno del Laboratorio Cinema e Storia 2012


Europa Storia e Web

 

Storia e comunicazione in Europa. Il ruolo del web

 

Progetto a cura di:

Pierre Sorlin, Università di Paris – Sorbonne Nouvelle

Luisa Cigognetti, Lorenza Servetti , Istituto Storico Parri Emilia-Romagna – Sezione Audiovisivi

Stefania Fenati, Centro Europe Direct

Daniela Asquini, Videoteca – Assemblea Legislativa

 

Due ostacoli importanti nel consolidamento dell’unione europea sono da un lato il misconoscimento degli altri paesi da parte dei cittadini di ogni nazione, dall’altro le reminiscenze di guerre, persecuzioni, conflitti, a volte molto vecchi, che hanno lasciato una traccia profonda nelle memorie e fanno si che ancora oggi si manifestino forti ostilità nei confronti degli altri. Le versioni semplificate e semi leggendarie del passato contribuiscono, soprattutto in un periodo di crisi economica, al rinchiudersi delle nazioni europee su sé stesse.

Queste ed altre importanti questioni erano alla base del progetto “Media e Cultura comunitaria, per una storia televisiva dell’Europa” che l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e l’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna avevano condotto con un un gruppo di ricercatori di 14 Università Europee, partendo dal modo di rappresentare la storia nelle televisioni dei paesi dell’Unione.

La ricerca “Media e cultura comunitaria. Per una storia televisiva dell’Europa”, ha consentito di ricostruire uno scenario di come i vari paesi dell’UE rappresentano la propria storia nei media e si è ricomposto un modello di comunicazione storica con indicazioni su alcune linee “guida” per una rappresentazione futura della storia EUROPEA, attraverso filoni tematici comuni. Tuttavia la televisione diffonde “dall’alto” messaggi che influiscono sul pubblico, ma possono ugualmente essere interpretati in maniere molto diverse. Per conoscere le visioni storiche che circolano tra i cittadini, disponiamo oggi di uno strumento nuovo, internet, con i messaggi che circolano quotidianamente e, particolarmente nei momenti cruciali, veicolano ricordi o leggende storici.

Il nuovo progetto è legato all'altro nel senso di partire sempre dall’analisi del modo di rappresentare la storia - ma stavolta analizzando il web come fonte di informazione e “agente” di storia

La prima fase della ricerca ha permesso di costituire un gruppo di 14 specialisti dell'Europa est e ovest. Con questa “squadra” già abituata al lavoro collettivo e con nuovi ricercatori si procederà con lo stesso metodo della ricerca precedente, ovvero lavorando in rete attraverso questionari e confronti reciproci, analizzando il ruolo del web nella rappresentazione o nella comunicazione "storica" all’interno del proprio paese, partendo dal censimento e dall’analisi dei siti storici, magari, definendoli in qualche modo. Una volta ricostruito il panorama nazionale e attuato il confronto tra i vari paesi, si ricostruirebbe un pattern europeo.

Durata del progetto: dicembre 2011- dicembre 2014

Metodologia di lavoro.

Secondo una metodologia di lavoro consolidata nel triennio di lavoro su Media e cultura comunitaria, si coinvolgeranno i ricercatori europei sulla base di un lavoro comune, ovvero basato su questionari condivisi e un costante confronto sulle piste da seguire, in modo da arrivare a risultati omogenei, all’interno di contesti nazionali diversissimi tra di loro

Si tratterà:

1) di evidenziare l’utilizzo di materiali o di tematiche storiche nei blog. Partiamo da un ipotesi: i blogger inventano poco, si servono di idee o immagini anteriori che trasformano, creando un passato fantasioso che è una nuova visione dei fenomeni storici. La verifica si farebbe: A) in occasione degli anniversari o commemorazioni nei vari paesi per valutare l’importanza dei riferimenti “storici”. B) Nei periodi di tensione tra due o più paesi dell’Unione europea di misurare l’importanza delle rievocazioni storiche per confortare il proprio punto di vista o criticare quello degli altri.

2) di reperire i siti storici. O meglio, definire che tipo di siti storici esistono sul web. Siti di “racconto” storico, siti “didattici”, siti di riviste storiche on-line. Una prima indagine sarebbe definire cosa è un sito storico e che differenze ci sono. Siti pubblici e “privati”

3) di paragonare la presentazione di tematiche storiche in siti internazionali come Wikipedia,

Per rendere più efficace la ricerca si potrebbe attuare:

1) un’analisi del confronto tra questioni identiche (esempio: la resistenza al nazismo) in siti internazionali di vari paesi,

2) definire un periodo di tempo all’interno del quale tutti i partecipanti alla ricerca conducessero la loro inchiesta sui blog nazionali (per valutare l’impatto del presente sulla rilettura del passato; per esempio si può pensare che, attualmente, si parla molto del mondo arabo e del rapporto tra l’Europa e il Mediterraneo)

3) reperire le tematiche proprie ad ogni paese.

Anche questo progetto avrà, come quello precedente, durata triennale e si svolgerà a tappe intermedie annuali, in ciascuna delle quali i ricercatori coinvolti discuteranno degli step fatti e si confronteranno in workshop, e una tappa finale sotto forma di convegno e pubblicazione. Anche in questo caso si produrranno uno o più prodotti audiovisivi in forma di dvd, visto che le fonti di cui ci si occupa sono multimediali.

Nella prima fase della ricerca, già partita, sono coinvolti ricercatori di otto paesi membri dell’Unione Europea, e precisamente: Spagna, Francia, Olanda, Grecia, Ungheria, Lituania, Polonia, Italia.

 

Europa e Media

Europa e Media. Media e cultura comunitaria

Per una storia televisiva dell'Europa

 

 

a cura di Luisa Cigognetti, Lorenza Servetti, Pierre Sorlin

coordinamento Daniela Asquini e Stefania Fenati

realizzazioni audiovisive Gisella Gaspari

 

Ricerca poliennale promossa dall'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna, dal Centro Europe Direct e dall'Istituto Storico Parri Emilia Romagna.

 

 

La storia d ‘Europa è una successione di conflitti tra nazioni di natura religiosa, politica, economica; le guerre, l’occupazione da parte di paesi stranieri, l’oppressione delle minoranze, hanno lasciato tracce che non spariscono facilmente.

La storia, che è sempre un modo di interpretare il passato e di presentarlo sotto una luce favorevole a chi scrive, ha fortemente contribuito a dare una immagine positiva del proprio paese a tutti i suoi abitanti, spesso a scapito di altre nazioni. Ad esempio, l’esaltazione dell’unità nazionale promossa dai governi dell’Italia post-unitaria ha avuto come contrappunto inevitabile la “visione negativa”di altri paesi, in particolare dell’impero asburgico.

Paradossalmente, nel momento in cui sarebbe necessaria una visione  razionale e transeuropea, assistiamo ad una tentazione del ripiego su un passato immaginario. Ad esempio, nei "nuovi" paesi, nati dal crollo dell'Unione sovietica, c'è un bisogno di passato. Caso tipico, è quello della Macedonia, con una popolazione che è in maggioranza di lingua slava, con una minoranza di lingua albanese, ma che fa risalire le proprie origini ad Alessandro Magno, come risulta dai  libri di testo e come si insegna nelle scuole

 

Il Progetto

 

La conoscenza del passato ha, oggi, tre veicoli principali:

- l’insegnamento scolastico,

- la televisione

- i libri e le riviste storiche

 

Da più di dieci anni si sono dedicati incontri tra insegnanti di vari paesi europei a un’analisi dei manuali scolastici e si è tentato di eliminare i giudizi o i racconti troppo unilaterali ed è possibile supporre  che nel secondo decennio del XXI secolo esisterà un insegnamento comune della storia europea. Ma le generazioni che oggi sono attive e guidano la politica del proprio paese si sono formate su manuali ancora pieni dei pregiudizi “nazionali”. La televisione potrebbe essere lo strumento ideale per aiutare queste generazioni ad acquisire strumenti adeguati per una nuova visione della storia europea.

Per questo ci sembra urgente tentare un bilancio sulle “versioni” della storia nazionale trasmesse in televisione, di vedere fino a che punto queste si aprono sul futuro dell'Europa nonché  di cominciare a ragionare per elaborare proposte per una storia televisiva europea.

Il primo obiettivo della ricerca è quello di ricostruire i modelli di trasmissione della storia utilizzati dalle tv europee e di verificare se ci sono differenze significative tra i paesi.

Un secondo obiettivo è quello di individuare i nodi storici o i problemi che vengono presentati in modi totalmente incompatibili ed evidenziano opposizioni forti tra  i paesi.

Un terzo obiettivo è quello di definire le linee essenziali di una storia comune,  gli eventi più importanti, ma anche individuare le questioni che dividono fortemente i paesi membri.

 

L'’indagine è stata condotta da studiosi di quattordici Università europee:

 

Erin Bell (Università di Lincoln, Gran Bretagna)

Tereza Czesany Dvorakova (Università di Bratislava, Slovacchia)

Ann Gray  (Università di Lincoln, Gran Bretagna)

Maria Joao Guerreiro (Università Abierta, Lisbona, Portogallo)

Muriel Hanot  (Università di Lovania, Belgio)

Urszula Jarecka (Università di Varsavia, Polonia)

Karolis Klimka  (Università di Vilnius, Lituania)

Monica Mitarca  (Università di Bucarest, Romania)

Julio Montero (Università di Madrid, Spagna)

Amaya Muruzabal Muruzabal (Università di Madrid, Spagna)

Maria Ridzonova Ferencuhova(Università di Praga, Repubblica Ceca)

Irmbert Schenk (Università di Brema, Germania)

Madalena Soares dos Reis  (Uninova Lisbona, Portogallo)

Pierre Sorlin (Università di Parigi, Francia)

Paola Valentini  (Università di Firenze, Italia)

Jarmo Valkola  (Università di Jyvaskyla, Finlandia)

Anca Velicu  (Università di Bucarest, Romania)

Teréz  Vince (Università di Budapest, Ungheria)

 

In un primo tempo abbiamo ricostruito le rappresentazioni della storia nelle televisioni dei quattordici paesi esaminati, tra est e ovest, e successivamente abbiamo messo a confronto tali rappresentazioni, per individuarne similitudini o divergenze nel ricostruire il passato.  Come viene raccontata la storia nelle tv dei paesi europei? E come si parla d’Europa? E’ possibile arrivare a concepire una storia televisiva comune, condivisibile da parte di tutti gli europei?

 

 

Queste le questioni  principali a cui si è cercato di dare una risposta, e, non ultimo, attraverso il confronto dei vari casi nazionali ci si è interrogati sul futuro della rappresentazione televisiva della storia europea.

 

 

 

 Primo Rapporto di Ricerca

 

 

 

 Secondo Rapporto di Ricerca

 

 

 

 

 

 

 

 

Volume 22 - EUROPE AND MEDIA HISTORY ON TELEVISION AND THE WEB - vol.I

 

 

Volume 22 - EUROPE AND MEDIA HISTORY ON TELEVISION AND THE WEB - vol.II

 

 

Volume 24 Europe and Media: history on television and the web - second update - May 2017

 

 

Volume 26 Europe and Media: history on television and the web - third update - May 2018

 

 

 

I risultati finali della ricerca sono pubblicati in:

 

 

Tanti passati per un futuro comune?

La storia in televisione nei paesi dell'Unione europea

 

Questo libro vuole affrontare alcuni nodi fondamentali per l'Europa del xxi secolo. Come viene raccontata la storia nelle televisioni dei paesi europei? In questi racconti come si parla di Europa? È possibile arrivare a concepire una storia televisiva comune, condivisibile da parte di tutti gli europei? Vengono qui presentati i risultati di una ricerca poliennale condotta da studiosi di quattordici Università europee, che ha dapprima ricostruito le rappresentazioni della storia nelle televisioni dei quattordici paesi esaminati, tra est e ovest, e successivamente ha messo a confronto tali rappresentazioni, per individuarne similitudini o divergenze nel ricostruire il passato. Infine, attraverso il confronto, ci si è interrogati sul futuro della rappresentazione televisiva della storia europea.

 

 

 

 


Storia e Televisione

La Sezione Audiovisivi G. Bernagozzi è da anni impegnata nella discussione delle tematiche relative al rapporto tra storia e fonti cinematografiche e televisive, nella ricerca e nella didattica  della storia contemporanea.

Segnaliamo i volumi pubblicati a cura della Sezione Audiovisivi sull’'argomento, accolti nella collana “Ricerche” della casa editrice  Marsilio:
 

Tanti passati per un futuro comune?

La storia in televisione nei paesi dell'Unione europea

 

Questo libro vuole affrontare alcuni nodi fondamentali per l'Europa del xxi secolo. Come viene raccontata la storia nelle televisioni dei paesi europei? In questi racconti come si parla di Europa? È possibile arrivare a concepire una storia televisiva comune, condivisibile da parte di tutti gli europei? Vengono qui presentati i risultati di una ricerca poliennale condotta da studiosi di quattordici Università europee, che ha dapprima ricostruito le rappresentazioni della storia nelle televisioni dei quattordici paesi esaminati, tra est e ovest, e successivamente ha messo a confronto tali rappresentazioni, per individuarne similitudini o divergenze nel ricostruire il passato. Infine, attraverso il confronto, ci si è interrogati sul futuro della rappresentazione televisiva della storia europea.

 
 

Che storia siamo noi

Oggi sempre di più i media utilizzano le interviste a protagonisti o le storie di vita per raccontare eventi particolari del presente o per ricostruire un contesto storico. Anche gli archivi di tutto il mondo organizzano campagne per la raccolta di testimonianze, utili per conservare la memoria. Le parole dei testimoni sono sempre preziose per raccontarci cosa succede o cos'è successo in qualche parte del mondo. Ma che tipo di Storia ci raccontano? Questo volume propone una riflessione su tali tematiche, attraverso il contributo di storici, registi e addetti ai lavori. Esso è dedicato agli studiosi di cinema, di comunicazione e di storia, agli studenti, agli insegnanti e a tutti coloro che vogliono ampliare la prospettiva sui modi di trasmissione della memoria nel rapporto con i mezzi audiovisivi.

 

 La guerra in televisione

Il rapporto tra guerra e televisione è uno dei temi più discussi e  controversi di questo periodo. Le informazioni che il pubblico ha dei conflitti in corso provengono essenzialmente dallo schermo televisivo. Ma documentare una guerra non è semplice, anche perché chi la racconta è sottoposto  al rischio delle pallottole, ma anche alla censura e a condizionamenti. Questo volume raccoglie gli interventi di reporters televisivi che hanno seguito alcuni dei più importanti conflitti contemporanei, studiosi di comunicazione di massa, e storici, per affrontare il complesso tema del rapporto tra cronaca e storia.

 

La Storia in Televisione

Come si possono usare i film e le immagini televisive per ricostruire e raccontare la storia del mondo contemporaneo? E cosa possono dirci del passato? Questo dilemma da molti anni accompagna la discussione della storiografia internazionale. Questo volume vuole essere un confronto tra storici e registi, per riflettere su alcune specificità del lavoro dello storico, quando usa le immagini, e del regista quando racconta la storia.

 
 

Archivi televisivi e storia contemporanea

Scopo duplice di questo volume è presentare da un lato quattro tra i maggiori archivi televisivi europei attraverso la voce degli archivisti stessi (Le Teche Rai, Il BFI National Film & Television Archive, l’INA Depot Legal de la Television, quello della rete televisiva tedesca ZDF) consentendo di conoscerli più approfonditamente, dall’altro, attraverso l’esperienza di quattro storici che hanno pratica in materia, affrontare i problemi relativi all’uso dei materiali televisivi nella ricerca.

 

 

 


Ricerca

Una parte rilevante dell’'attività della Sezione Audiovisivi è dedicata alla ricerca, per poter sempre rappresentare un punto di riferimento innovativo, nel lavoro storiografico e didattico con le fonti audiovisive e sul ruolo dei media (cinema e televisione) nella ricerca e nella trasmissione della storia. 

 

Periodicamente i risultati della ricerca vengono presentati in convegni, workshop e giornate di studio.

 

Ricerche:

 

Storia e Televisione

 

Europa e Media - Europe and Media

 

Europa Storia e Web - Europe and History on Web

 

Sezione Audiovisivi G. Bernagozzi

La Sezione Audiovisivi dell'’Istituto Parri nasce nel 1972 ad opera di Giampaolo Bernagozzi, docente e studioso illustre di Cinematografia documentaria, nonché regista.

Con Bernagozzi la Sezione Audiovisivi si è aperta, negli anni ’'80, anche alla fonte televisiva, cominciando a riflettere sul fatto che ormai gli storici contemporanei non avrebbero più potuto ignorare la produzione televisiva come fonte per la storia. Si diceva: fino ad ora la storia ha servito il cinema, d’'ora in poi il cinema e la televisione diventano strumento per lo storico contemporaneo. Lo storico dovrà imparare a leggere e scrivere con l'’immagine.

Proprio dagli studi e dall'’impegno di Giampaolo Bernagozzi la Sezione ha cominciato, ormai da più di un trentennio, ad occuparsi dell'’uso del cinema – e in seguito anche della televisione – come fonte per la ricerca storica e come risorsa per la sua diffusione, sia a livello di ricerca e documentazione, sia con produzioni audiovisive. Dopo la scomparsa di Bernagozzi, infatti, è con Pierre Sorlin, docente a Sorbonne Nouvelle di Parigi e uno dei più grandi studiosi di storia e cinema, che abbiamo cominciato a lavorare.

Attraverso la Sezione si sono andati costituendo gli archivi fotografici e cinematografici dell’Istituto (oggi confluiti negli Archivi generali dell’Istituto) e dal 1983 è stata fondata la Videoteca, che oggi raccoglie più di 1000 titoli ed è specializzata in storia contemporanea e in storia e critica del cinema.

 


Giampaolo Bernagozzi

Giampaolo Bernagozzi (Bologna, 1926-1986) è stato il fondatore di un filone di studi che ha consentito di allargare gli orizzonti della riflessione sugli studi cinematografici. Da uomo impegnato politicamente qual era,  si è sempre rivolto prevalentemente alla cosiddetta cinematografia documentaria, più che alla fiction, dichiarando di volerne sfatare il mito dell’”oggettività” dell’immagine.

“Il mito dell’immagine” è anche il titolo di una delle sue ultime opere. Proprio per sfatare il mito dell’”oggettività dell’immagine” ha dedicato tutta la sua vita a quella produzione cinematografica che fino ad allora (gli anni attorno al 1970) era considerata di “serie B”: al documentario, al cinema corto. E “Il cinema corto” è anche il titolo del suo libro forse più bello e ancora oggi attuale.

Un altro lavoro importante di G. Bernagozzi è dell’inizio degli anni ’80, dedicato all’analisi dei cinegiornali fascisti e a quelli post-fascisti degli anni ’50 (“La Settimana Incom in particolare): come ci raccontano la storia? Cosa ci dicono oggi? Bernagozzi definiva le Incom: “le settimane del terrore” perché, sono sue parole,  non facevano altro che propagandare l’immagine del regime democristiano sotto la veste di una presunta oggettività.

Quell’analisi a quei tempi era senz’altro innovativa, ne mancava però una parte, oggi ce ne rendiamo conto: analizzare solo l’aspetto della propaganda non consente di costruire un ragionamento su come quelle fonti possano essere utili per uno storico.