"Più del carcere, più della deportazione". Estella - Voli di Farfalle

Anche questo 25 novembre torna Voli di farfalle – Storie di donne che non si sono arrese. Come succede da qualche anno a questa parte, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con Voli di farfalle l’Istituto Storico Parri si fa luogo in cui le storie scritte, raccontate, documentate con immagini, sono montate per diventare brevi video dedicati alle biografie di alcune delle donne che nel corso del Novecento hanno sfidato gli stereotipi di genere pagando il prezzo di una società a loro ostile.

Quest’anno vogliamo raccontarvi la storia di Teresa Noce (1900-1980), una delle ventuno donne elette all’Assemblea costituente del 1946, politica e antifascista. Vogliamo ricostruire la sua storia a partire dalle sue parole, racchiuse nell’autobiografia “Rivoluzionaria professionale” (1977) e dalla documentazione custodita tra gli scaffali, i libri e le collezioni di giornali e riviste che compongono il patrimonio archivistico dell’Istituto.

Ad accompagnare il susseguirsi di volti femminili che qui al Parri conservano, studiano e lavorano con la storia, per la prima la voce di un uomo. La scelta è voluta, perché la violenza di genere è un problema: contrastarla è responsabilità di tutt3.

Il video è realizzato con il contributo e la collaborazione del Comune di Bologna – Ufficio Pari opportunità, tutela delle differenze, diritti delle persone LGBTQI e contrasto alla violenza di genere.

 


---------- Framing Edward Reep. Un artista di guerra sulla via di Bologna 1943-45

 

Framing Edward Reep

Un artista di guerra sulla via di Bologna 1944-1945

Mostra Fotografica

17 Aprile - 4 Maggio 2015 

catalogo online http://books.bradypus.net/buy#framing_edward_reep



La storia del viaggio di un soldato americano che combatteva con pennelli e macchina fotografica: la vera arma con cui Edward Reep combattè durante la Seconda Guerra Mondiale fu proprio l’attrezzatura per il disegno e la pittura.



In occasione del 70° anniversario della Liberazione l’Istituto Parri E-R presenta la mostra fotografica Framing Edward Reep - Un artista di guerra sulla via di Bologna 1944-1945, conclusione del progetto di ricerca incentrato sulla figura del pittore di guerra americano Edward Reep iniziato qualche anno fa. Le immagini fotografiche che Reep scattò durante la campagna militare italiana, frutto di un recente ritrovamento e finora assolutamente inedite, verranno esposte nella doppia sede di Palazzo d’Accursio e dell’Istituto Parri. Oltre agli scatti fotografici saranno mostrate le riproduzioni dei bozzetti e degli acquerelli custoditi allo Smithsonian Museum di Washington.



Sbarcato ad Anzio nel gennaio del 1944 con le truppe americane, Reep, inquadrato nell’esercito come pittore di guerra, era un giovane americano di 26 anni sinceramente antifascista, ma estraneo alle armi, alla vita di caserma e alla politica. La sua parabola militare è vissuta con ingenuità e candore, con uno sguardo curioso sulla quotidianità della vita militare. Suo preciso dovere era quello di riprendere e catturare immagini della guerra americana durante la liberazione della Penisola dal nazi-fascismo, dovere che sentì di vitale importanza e che eseguì con esemplare disciplina. E’ toccante sentire le sue parole in presa diretta: Reep è sempre alla ricerca di soggetti da dipingere e quando trova la giusta inquadratura è capace di starsene seduto a disegnare, con commovente dedizione, in mezzo alla neve e sotto alle bombe per ore e ore fino alla conclusione del quadro. Lungo la strada verso il Nord Italia Edward Reep si procurò anche una vecchia macchina fotografica con cui immortalò la quotidianità della vita militare sulla Linea Gotica e la Liberazione di Bologna. Ne risulta un’opera di documentazione di grande rilevanza e freschezza. Dopo settant’anni sembrava difficile poter raccontare quegli eventi con nuove immagini e con nuovi ‘punti di vista’: la scoperta del lavoro documentario di Edward Reep è un nuovo e diverso sguardo su quelle vicende, che arricchisce il lavoro storiografico e porta ulteriori importanti informazioni sulla storia della Liberazione di Bologna.



La mostra inaugurata Venerdì 17 Aprile è allestita in due sedi distinte.



Nella sede dell’Istituto Parri trovano sistemazione le fotografie realizzate durante il viaggio del soldato americano al seguito della 5° Armata dall’Appennino alla città e i disegni frutto di quell’esperienza. Organizzati come se fosse un foto-diario gli scatti sono accompagnati dalle pagine del diario personale del soldato e ci offrono la possibilità di ripercorrere insieme a Reep le tappe salienti del suo viaggio: il pittore si trova a Ponte Buggianese (Pistoia) nel luglio del 1944 e da lì si reca, al seguito della 5° Armata, verso il cuore dell’Appennino. Tra il novembre e il dicembre del 1944 è in prima linea a cavallo della Linea Gotica, nei pressi di Livergnano, poi, nel gennaio del 1945 a Loiano. Tra marzo e aprile le conquiste americane si spingono in profondità verso la Valle dell’Idice e l’eccitazione per l’imminete vittoria incomincia a diffondersi tra le truppe. Il 16 aprile viene liberata Vergato e, da lì, parte la rapida discesa verso Bologna dove gli alleati arriveranno a liberare la città il 21 aprile.



All’interno del cortile di Palazzo d’Accursio sono esposte le fotografie scattate da Reep nei giorni della Liberazione di Bologna, tra il 21 e il 28 Aprile del 1945. Sullo sfondo di una città martoriata, le immagini ci riportano alla concitazione di quei giorni, mostrandoci le manovre militari, i festeggiamenti, le celebrazioni pubbliche e la nascita spontanea del Sacrario dedicato ai caduti della Resistenza, sulla facciata dell’attuale Sala Borsa.



Sono esposti complessivamente un centinaio di scatti fotografici (40 foto relative al percorso degli alleati dall’Appennino a Bologna e 58 scatti di Bologna nei giorni della Liberazione) e una ventina di riproduzioni di bozzetti e acquerelli. Nei giorni dell’esposizione sarà possibile rivedere la video-intervista realizzata dalla figlia Susan al padre nel 2012 (a pochi mesi dalla sua scomparsa), proiettata due anni fa presso la Cineteca di Bologna.



Ufficio Stampa: Matteo Pasini - E-mail: matt.pasini@gmail.com


COLLANA PARRI PENDRAGON

COLLANA PARRI PENDRAGON

 

Agnese Portincasa 

Scrivere di gusto 


Una storia della cucina italiana attraverso i ricettari

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2016

La cucina italiana è avvolta nella nebbia, con squarci di sole quando si guarda lontano e lontanissimo, al Rinascimento e al Medioevo, o viceversa a un presente in cui la pasta e la pizza sono su qualunque insegna luminosa, nel mondo intero. Questa nebbia è tanto più fitta, dal Sette al Novecento, perché il banchetto dei principi e dei papi è finito, anzi lentamente scivolato prima in tavole infranciosate, quindi in cene a invito dignitosamente provinciali, e infine in una cucina borghese di casa che è divenuta a sua volta, solo ieri, modello e fonte di ispirazione degli chef. (Dalla Presentazione di Alberto Capatti). Questo libro delinea un quadro storico dell'evoluzione della cucina italiana negli ultimi due secoli utilizzando una selezione di ricettari pubblicati in Italia dalla fine del Settecento fino agli anni della seconda guerra mondiale. La messa a fuoco del punto di osservazione definisce il contesto e contribuisce a far emergere particolari rilevanze che distinguono specificità di temi e cronologie. È una ricostruzione in cui la stereotipizzazione dell'oggetto al centro dell'analisi è insieme dato pregnante e rilievo sfuggente, inserito com'è nelle dinamiche di una società fluida e globalizzata in cui tutto ciò che ha preso forma nella genesi e affermazione dello stato-nazione - cucine nazionali comprese - va lentamente mutando.

 

 

Giorgio Vicchi 

Diario partigiano (31 marzo-24 giugno 1944)

a cura di Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2015

Il Diario partigiano di Giorgio Vicchi non è un diario personale, ma della formazione di cui l'estensore faceva parte, dalla quale era stato incaricato di redigerlo e conservarlo. Vi sono annotate le operazioni svolte nel bellunese nei decisivi mesi della primavera 1944. Alle pagine di allora, Giorgio Vicchi ha aggiunto in questo volume testi esplicativi dei fatti, enunciati succintamente nel diario, annotazioni sulla guerra partigiana e su quella nel bellunese in particolare, ed un lessico partigiano per rendere interamente comprensibili i termini usati. Ha inoltre aggiunto rapporti coevi su singole azioni.

 

Franca Menneas 

Omicidio Francesco Lorusso 

Una storia di giustizia negata

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2015

Bologna, 11 marzo 1977: Pier Francesco Lorusso viene ucciso da un colpo di pistola. È il primo e unico morto ammazzato a Bologna in scontri di piazza dai tempi della Liberazione e quel proiettile segna indelebilmente la città imprimendole una ferita ancora oggi non del tutto rimarginata. Questo libro si propone di ricostruire la vita e la morte di quel ragazzo falciato una mattina in cui i giovani del movimento e le forze dell'ordine si affrontano nel pieno centro storico. L'episodio si inserisce in un contesto che vede da una parte le rivendicazioni dei "non garantiti" attanagliati dalla crisi economica e, sul versante opposto, il Partito comunista al governo della città, colpendo entrambi i fronti. Da queste pagine, basate sull'incrocio di atti giudiziari e testimonianze, perizie balistiche e necroscopiche, cronache dei giornali, documentazione letteraria, memorie e interviste, nasce una ricostruzione corale intessuta da voci diverse, talvolta contrapposte. Sono le voci che, messe a confronto, restituiscono il ritratto del movimento del '77, scavano nell'omicidio Lorusso e - per la prima volta -, ne ricostruiscono la successiva storia giudiziaria, andando alla ricerca delle ragioni per cui quel delitto è stato seguito da un "mancato processo" e quindi da una giustizia negata.

 

Nazario Sauro Onofri 

Giornalismo, ricerca e passione civile nella Bologna del ’900


Curatori: Luca Pastore

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2015

 

Ripercorrere la vita e l'opera di Nazario Sauro Onofri significa sfogliare numerose pagine di storia del '900. Nato a Bologna il 29 ottobre 1927, si oppose all'occupazione tedesca della città e al fascismo repubblicano aderendo giovanissimo alla Resistenza. Conobbe le prigioni fasciste e il dolore per la morte del padre, deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Dopo la liberazione è stato un coerente militante socialista e ha lavorato come giornalista all'«Avanti!», dedicandosi allo stesso tempo alla ricerca storica e consegnando alla nostra memoria collettiva testi fondamentali per ricostruire le vicende di Bologna dalla prima guerra mondiale alla Repubblica. Questo volume, accanto alla vasta bibliografia dei suoi scritti a carattere storico, contiene la trascrizione di una lunga videointervista del 2003 in cui Onofri affronta alcuni temi cruciali della sua esperienza e delle sue ricerche: gli ideali e le fasi più difficili della Resistenza, le dure regole della guerriglia urbana contro i nazifascisti, la violenza del dopoguerra, il rapporto tra giornalisti e potere politico, la dialettica nella sinistra italiana. Emerge così l'impegno civile di un uomo schivo ma determinato nel difendere quelle convinzioni che lo hanno guidato in ogni momento, sin da quando, ancora ragazzo, apprendeva dal padre il significato dell'antifascismo.

Corrado Ghini 

Taccuino 


Insieme di notizie, appunti e pensieri raccolti durante la prigionia (1943-1945)

Curatori: Alessandra Deoriti, Rossella Ropa

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2015

La vicenda degli Imi (Internati militari italiani) ha ricevuto una tardiva ma crescente attenzione dalla ricerca storiografica; il dato della loro maggioritaria indisponibilità a riconoscere la Repubblica Sociale di Mussolini e combattere ancora a fianco dei tedeschi, accettando tutte le conseguenze punitive di tale scelta, è stato infine assunto come forma peculiare ma non minore di Resistenza al nazifascismo. Le memorie e i diari di prigionia relativi a questa pagina di storia militare e umana non mancano, ma neppure possono dirsi abbondanti, anche nel nostro territorio; tra riserbo e voglia di raccontare, spesso il primo ha prevalso, e i ricordi si sono consegnati al racconto familiare, a qualche articolo su riviste di nicchia, alla custodia di materiali riposti in buon ordine in vecchie scatole, riaperte di quando in quando. A settanta anni dalla seconda guerra mondiale, sulla soglia ormai della fisiologica rarefazione dei testimoni, la voglia di raccontare riemerge di nuovo, in varia veste, ed è un atto di offerta che va colto, più prezioso di materiali eredità e di cattedratici insegnamenti. Anche il diario di Corrado Ghini, classe 1920, sottotenente della Guardia alla Frontiera, catturato il 15 settembre 1943, deportato in vari Lager tedeschi, infine rientrato dalla prigionia a fine agosto 1945, si inserisce in questa raccolta di testi e testimonianze che riempiono di sostanza umana, di vissuto reale, di parziale ma intensa "verità", il quadro generale della storia del tempo e del fenomeno dell'internamento. Il testo possiede una peculiarità di notevole interesse, che consiste nella sua precocissima risistemazione ancora a ridosso dei venti mesi di prigionia, componendo in forma di taccuino organico i molti foglietti sui quali, quotidianamente, Ghini aveva preso nota, con grande precisione, della vita e degli avvenimenti dei diversi Lager per i quali era transitato.

 

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Elio Cicchetti 

Il campo giusto

a cura di Luca Alessandrini e Mauro Cicchetti 

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2014

Il volume è la quinta edizione (dopo le quattro uscite negli anni Settanta) delle memorie partigiane di Elio Cicchetti, operaio, comunista, che col nome di "Fantomas" combatté tra la fine del 1943 e l'aprile del 1945, riportando tre ferite in combattimento, nelle file della 7a Gap e della 4a brigata "Venturoli", formazione, quest'ultima, della quale divenne vicecomandante. Queste pagine rappresentano una testimonianza fresca e viva, forse la più viva, della Resistenza bolognese, che culmina con la battaglia di Porta Lame del 7 novembre 1944 e i successivi drammatici trentacinque giorni seguiti alla vittoriosa sortita dall'Ospedale Maggiore, quando "Fantomas" e un gruppo di suoi compagni, ricercati dai nazi-fascisti, vivono nella Bolognina, trasferendosi di base in base, affamati, scollegati dai compagni e sfuggendo, infine, con le armi in pugno - e con perdite e ferite - ad un'ultima retata tedesca. Una narrazione incalzante, sotto la spinta dei fatti e delle esperienze dirette, ma anche intensamente meditata e densa di significati. Da essa risaltano - forse come in nessun altro racconto autobiografico di resistenti - l'impegno teso e rischioso, l'inventiva e l'abilità, le necessità dure della vita di un "fuori legge" che, scelto il campo giusto, si batte per una legge nuova, tra i suoi stessi compagni di lotta e per le forze popolari di cui è espressione.

 

Pier Giorgio Ardeni
Cento ragazzi e un capitano
La brigata Giustizia e Libertà "Montagna" e la Resistenza sui monti dell'alto Reno tra storia e memoria

con la collaborazione di Francesco Berti Arnoaldi Veli, premessa di Luciano Casali

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2014

Pier Giorgio Ardeni (1959), docente all'Università di Bologna, è studioso di migrazione, povertà e sottosviluppo. Negli ultimi anni, ha esplorato e studiato, in forma privata, la storia della Brigata partigiana "Montagna" - attiva sulle montagne del bolognese a partire dal giugno del 1944 - ricomponendo le vicende di violenza, sacrificio, sofferenza e onore che l'hanno vista protagonista. Tra le pubblicazioni recenti ricordiamo Dagli Appennini allo Spoon River. Storie dell'emigrazione dalla montagna bolognese e modenese verso l'America tra Ottocento e Novecento (2011) e i racconti Partigiani delle nostre montagne (2013). Per Pendragon ha scritto Cento ragazzi e un capitano (2014).

 

 

 

Il fascismo portoghese - Le interviste di Ferro a Salazar

a cura di Daniele Serapiglia, prefazione di Luís Reis Torgal

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2014

Il volume propone le interviste che il giornalista António Ferro fece al dittatore lusitano António Oliveira de Salazar, tra il 1932 e il 1938, per far conoscere in Portogallo e all'estero il valore della sua dottrina e il modello di stato che aveva in mente. Riletti oggi, questi testi sono da considerarsi capitoli di un vero e proprio Mein Kampf del regime portoghese, ma anche le parti di un'autobiografia dello stesso Salazar. Tra ricordi personali e prospettiva politica, nei colloqui con Ferro, il presidente del consiglio lusitano, oltre a parlare di strategie economiche e politiche, parla di se stesso e della sua formazione. Da tutto ciò emerge il profilo di un dittatore atipico, più a proprio agio tra le carte che a contatto con le masse. Un capo, che seppe conciliare la propria cultura cattolica con quella fascista, poiché ammirava profondamente Benito Mussolini. Le interviste tracciano, in tal modo, un affresco coerente dell'idea di Estado Novo, alla quale Salazar rimarrà fedele per tutto il suo lungo mandato. Quest'opera ci aiuta, in tal modo, a comprendere meglio uno dei regimi meno studiati a livello internazionale. Una dittatura, che nel dibattito storiografico viene talvolta inserita, ma spesso esclusa, dall'alveo dei fascismi.

 

AA.VV.
Antirisorgimento - Appropriazioni, critiche, delegittimazioni
A cura di Maria Pia Casalena

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2013

 

AA.VV.
L'Italia tra due secoli
A cura di Elena Bignami

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2013

Il volume raccoglie le riflessioni di un gruppo di autorevoli studiosi provenienti da varie discipline - storici, economisti, sociologi e letterati - chiamati a discutere sulla storia italiana degli ultimi trent'anni intesa come parte integrante, se non come esito, della storia nazionale. L'ultimo trentennio si configura come un'epoca ancora aperta, ma che ha certamente una data di inizio: la fine del "trenta gloriosi" e le crescenti difficoltà del sistema politico e istituzionale di fronteggiare un cambio di fase storica nella quale si incrinarono, fino a spezzarsi, i meccanismi dello sviluppo e della regolazione sociale che si erano venuti definendo in tutto l'Occidente a partire dagli anni Trenta. Una ristrutturazione profonda del capitalismo che, man mano la scala della sua azione diventava globale e si modificava la divisione internazionale del lavoro, revocava i meccanismi di integrazione su cui si era basata l'epoca precedente. Si apre così un'era di instabilità, acuita dalla progressiva riduzione della sovranità degli stati-nazione. Il volume intende contribuire all'indagine di questo sconvolgimento che in Italia, per le debolezze della compagine nazionale, ha assunto forme particolarmente drammatiche: il terrorismo, il crollo dell'industria pubblica, tangentopoli, il secessionismo leghista, il collasso del '91-'92 e la conclusione definitiva della "Repubblica dei partiti", fino alla nascita di una opaca e incerta "seconda Repubblica".

 

 

Luca Pastore
La vetrina infranta
La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979

Istituto Parri - Pendragon, Bologna, 2013

Bologna, città delle tre stragi nere, ha vissuto negli anni del terrorismo rosso un lungo e intenso periodo di violenza politica finora mai accuratamente indagato. Questo libro si propone di colmare tale vuoto storiografico prendendo spunto dall'assalto all'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna-Marche, il 13 marzo 1979, nel quale perse la vita Graziella Fava. L'analisi politica di quella morte "senza giustizia" (i colpevoli infatti non sono mai stati identificati) offre una prospettiva nuova e particolarmente interessante: l'assalto non è stato un atto improvvisato e occasionale, ma va collocato al termine di un ben preciso percorso politico che termina rendendo protagonista della Storia non una vittima eccellente, ma una donna del popolo. Le accurate ricerche condotte dall'autore sono state effettuate su quotidiani, atti processuali, dicharazioni e documenti, biografie e volumi; sono inoltre incluse nel volume interviste - realizzate da Claudio Santini - fatte a testimoni del tempo fra cui Maurice Bignami, il dirigente comunista Maurizio Zani, il capo dei Carabinieri antiterrorismo, Nevio Monaco e altri. Completa il saggio una cronologia degli episodi di violenza politica a Bologna nel periodo 1974-1979.